Caligola
"Santoro ha idee chiare sulla regia e sulla recitazione. Ci sentiamo di dover riconoscere talento e intuizioni che lasciano ben sperare per il futuro"
Azione 23 dicembre 2003

"Un ottimo uso delle luci, una buona scelta musicale, felici intuizioni registiche caratterizzano il Caligola presentato da Emanuele Santoro"
Giornale del Popolo, 22 dicembre 2003

"Una visione d'assieme evoluta e moderna della drammaturgia. Un tratto distintivo interessante e già emerso in altri casi e che fa di Santoro un personaggio da seguire con attenzione"
Corriere del Ticino, 23 dicembre 2003

"Voglio soltanto la luna. Non chiedo mica l'impossibile"
(Caligola)

Caligola è la variabile impazzita e l'equazione irrisolta del sistema. Non è un alienato, né un maniaco. È sostanzialmente lucido. Detesta l'ipocrisia del sistema e dell'umanità che lo circonda.
Ma perché Caligola? "Devo riconoscere che quest'uomo ha esercitato su di me una innegabile influenza. Mi costringe a pensare. Costringe tutti a pensare" (Cherea; Atto IV)

Perché monologo? Ho sentito il bisogno di proiettare Caligola in una dimensione escatologica, in un momento di quella "vera" solitudine che lui stesso, dopo la morte di Drusilla, disperatamente cercava: "…la divina chiaroveggenza della solitudine. (..) Quando ci siete tutti mi fate sentire intorno un vuoto così sconfinato da restarne accecato...". Ed eccolo allora vagare, solo, tra le ombre delle sue passioni, allucinato dalle voci che gli configurano quel grande buco vuoto in cui l'anima si placa.
Ma Caligola è anche la tappa di un percorso: una verifica del mio personalissimo apprendistato che mi ha visto, a lungo, allievo di me stesso; sia come attore che come regista.

Adattamento, scenografia
interpretazione e regia
Emanuele Santoro







ispirato ad Albert Camus
e.s.teatro
emanuelesantoroteatro