Il calapranzi
È forse il lavoro più «beckettiano», che mette in bella evidenza i temi più frequentati
da Pinter: dallo spazio limitato alla quotidianità dei dialoghi, semplici e ironici, si toccano temi come il tradimento, i ruoli interscambiabili, l'attesa e il sospetto. Passando per il grottesco si arriva fino alla politica, tema sviluppato dall'autore accanto all'impegno sociale, una costante rilevabile in filigrana in quasi tutti i suoi testi. Santoro mette in scena un Calapranzi  molto scolastico, equilibrato e misurato nei toni e nei movimenti ma non per questo privo di fascino interpretativo, un esercizio nel quale i due attori trovano spazio permettere in luce qualità ancora acerbe ma ricche di interessanti potenzialità.
Azione 11.06.2012

La sensazione è che il regista abbia
voluto alleggerire la durezza del confronto che, pur in chiave grottesca, caratterizza l'autore britannico, l'opposizione cioè tra cinico decisionismo e interrogativa fragilità di quegli esseri umani ai margini della società. Rasenta un effetto caricaturale l'aver forzato nei tic gestuali e nell'espressività verbale (la voce roca
dell'uno, i difetti di pronuncia dell'altro), la
rabbia isterica di Ben e la debolezza di nervi di Gus. (..) Forse in questo modo si esalta il "gioco" stilistico, più che il senso profondo di una schermaglia destinata a finire in tragedia. (..) Ottima la prova dei giovani Michele Martone (Ben) e di Davide Marangoni (Gus), già apprezzato messaggero del "Godot" di
Santoro.
Giornale del popolo, 9 giugno 2012

Lo spettacolo
Ben e Gus sono due killer professionisti e si ritrovano in uno squallido scantinato di un ristorante. Ben legge il giornale, Gus fa domande ma non riceve risposte. I due sono in attesa dell'ordine che li metterà nelle condizioni di uccidere la vittima di turno, di cui non conoscono l'identità. Sono assoldati da una misteriosa organizzazione criminale che comunica con loro grazie a bigliettini che gli arrivano tramite un calapranzi. Ma da questo calapranzi arrivano solo loro improbabili ordinazioni di pietanze altrettanto insolite, e i due eseguono istruzioni che sembrano senza significato. Gus è un giovane tormentato dai dubbi, dai sensi di colpa, e mostra presto i primi cedimenti. Ben è  autoritario e reagisce al comportamento del compagno in maniera sempre più dura e intransigente. Dialoghi vuoti, illogici, irrazionali, grotteschi e involontariamente comici, riempiono l'attesa che si fa sempre più snervante. Alla fine l'ordine arriva, ed è assolutamente inaspettato.

Davide Marangoni e Michele Martone sono due giovani attori usciti dalla fucina dei laboratori teatrali e.s.teatro. Negli ultimi anni hanno seguito con attenzione e interesse l'attività della compagnia e partecipato attivamente ad alcune produzioni, prima in veste di assistenti o tecnici, poi di attori, come nel caso di Davide Marangoni in Aspettando Godot di Beckett. Da subito, si sono dimostrati i più motivati e promettenti tra tutti gli allievi e hanno saputo meritarsi questo debutto con un'opera tutt'altro che facile, ma che sarà per loro un importante banco di prova e che li iscrive di diritto nella rosa delle nuove leve della e.s.teatro.
Emanuele Santoro, maggio 2012.

Adattamento e regia
Emanuele Santoro

Con
Davide Marangoni
Michele Martone
Scenografia
Anna Ferretti-Evangelista





di Harold Pinter
e.s.teatro
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