Il riformatore del mondo
"Santoro non si tira indietro di fronte all'ardua sfida di un cavallo di battaglia per attori. È certo che per poco più di un'ora a reggere le sorti della pièce è la voce. Santoro, con molti meno anni di quanti abbia il suo personaggio, si è invecchiato a dovere e, seduto tutto il tempo, ha trovato l'esattezza pertinente di gesti e mimica. Vogliamo rendere omaggio a Valentina Barri che lo affianca nell'ingrato e davvero eroico compito di una presenza muta, almeno fino alla fine quando però indosserà un'altra "casacca" rispetto a quella della compagna del vecchio scorbutico (per usare un eufemismo)
" GIORNALE DEL POPOLO

"Coraggioso e temerario, come è nella sua natura, Emanuele Santoro si è cimentato con Il riformatore del mondo, fra i testi più emblematici di Thomas Bernhard. Regista, scenografo e interprete, affiancato da Valentina Barri, affronta l'adattamento con ammirevole tenuta" AZIONE

«Quello che ci manca è un vero autocontrollo».

Lo spettacolo
Il riformatore del mondo è un uomo segregato in casa. Un intellettuale ipocondriaco dall'aspetto grottesco. Sta per ricevere a casa sua una delegazione ufficiale (rettore dell'università, sindaco ed altri illustri personaggi) che gli consegnerà la laurea honoris causa per aver scritto un famoso trattato su come salvare il mondo, tradotto in trentotto lingue e premiato dall' intellighenzia e dalle università. Ma per lui l'ambito riconoscimento è l'attestazione che nessuno ha letto il suo saggio in quanto, nello stesso, sostiene che per migliorare il mondo bisogna eliminare gli uomini dalla faccia della terra. Sproloquia e scaglia la sua mostruosità di pensieri sulla donna che gli è compagna, che lo accudisce senza poter reagire, che ha per lui una dedizione totale e che lo serve come una schiava, avviluppata in una rete solida e immobilizzante.
Il riformatore del mondo è l'autorappresentazione di un vecchio delirante che si atteggia a coscienza del pianeta degradato e a nuovo ordinatore di questo caos. La tragicomica figura di intellettuale rancoroso che da subito ci cattura con la sua scarnificante ironia e ci inquieta per la sua evidente e terribile solitudine. Un ritratto sarcastico, impietoso, raccapricciante, privo d'indulgenza e di complicità. È una creatura apparentemente acida e crudele, torturato e torturatore che alla fine però denuncia, e si scopre, in una profonda ed infinita sofferenza interiore, consapevole di trovarsi in un mondo senza trascendenza, senza Dio, senza un valore alto che non lo renda inutile.Considera il mondo una fogna che lo asfissia, decompone tutto ciò che vediamo e conosciamo, dalla filosofia alla cucina, dalla politica all'astrologia, tutto finisce nel suo mirino. È in lotta contro la stupidità, l'ipocrisia, l'incultura, Più diventa cupo e spietato, più si capisce che cerca giustizia. Più maledice il mondo, e più si sente che ha bisogno di un mondo diverso. Il mondo è orrendo, ma il suo modo per esprimere il disastro in cui viviamo è sempre esilarante. La sua è una ribellione universale, organica, un'intolleranza cosmica alla mediocrità imperante e a ogni illusione umana e umanistica. Non si ribella all'uomo moderno ma all'esistenza e al mondo, alla natura, alla condizione umana tout court. È un pazzo maniaco, ma forse vede ciò che altri non riescono a vedere.

Emanuele Santoro, marzo 2018.
 
Adattamento, scenografia e regia
Emanuele Santoro

con
Emanuele Santoro
Valentina Barri

di Thomas Bernhard
foto di Agostino Rossi
e.s.teatro
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